3..2...1 via !!! Si riparte con l'animazione

Anche questa estate per la sesta volta consecutiva si riparte, sarà la quarta volta a Vieste (FG) la terza come capostaff, la seconda con Giangianimation e la prima nel villaggio Selva dei Pini. Contrariamente a quello che si può pensare, anche l’animatore vive con l’ansia il momento dell’arrivo in una struttura in cui non è mai stato. Chi sarà il proprietario, chi ci lavora, chi sono i clienti abituali. C’è la piscina? La spiaggia è raggiungibile a piedi? Il palco è funzionale? Tantissime sono le domande che si fa un animatore dal momento in cui il responsabile dell’agenzia lo designa in un villaggio. Il lavoro dell’animatore è bello, stupendo, ma molte persone lo sottovalutano. Molti dicono che l’animatore sta in vacanza per tre/quattro mesi, l’animatore “conosce” tante ragazze. Molto spesso, si sentono luoghi comuni circa la vita dell’animatore. La mia esperienza personale mi dice che anche se l’animatore è al mare, non è in vacanza. Essere animatore significa cercare la modalità di far stare bene una persona, vuoi con uno spettacolo, vuoi perché liberi per un paio di ore i genitori dal proprio figlioletto, vuoi per una chiacchierata sotto la veranda dell’alloggio della signora Marilena, o per il (tredicesimo della giornata) caffè offerto dai tuoi ospiti. La tipologia di vacanza sta cambiando, la metamorfosi che ha avuto il “villeggiante tipo” l’ho potuta constatare in prima persona, se prima l’ospite arrivava al villaggio con le sue parrucche, i suoi copioni degli sketch di cabaret, la voglia di divertirsi a tutti  i costi  ed entrare in confidenza con gli animatori da subito. In spiaggia non si faceva in tempo a montare l’impianto che avevi davanti a te cento persone pronte per i balli di gruppo … Oggi, è molto cambiato, si arriva in villaggio con la voglia di rilassarsi, assistere e non partecipare. Basti pensare che se cinque/sei anni fa almeno una volta a settimana c’era la cosiddetta serata ospiti, la corrida,  il karaoke, tutte serate in cui l’ospite era al centro dell’attenzione, oggi gli animatori organizzano più serate “da vedere”, come i musical, i cabaret, spettacoli del fuoco e feste a tema. Ovviamente non è cosi netta come l’ho trascritta la tipologia di “ospite”,  anche oggi per la gioia degli addetti al lavoro esistono persone che si mettono in gioco, come nei “Beato tra le donne” (una sorta di Mr. Villaggio che si faceva nel 1970) o che con la scusa di aiutare i figli partecipano alla “caccia al tesoro” o che sono sempre in prima linea al Gioco dell’aperitivo. Ma posso dire che se da un lato è apprezzatissimo il cliente/animatore è altrettanto piacevole, chiacchierare con i signori che mai si alzerebbero per tirare una pallina nel secchiello, ma che hanno tanta voglia di chiacchierare, di raccontarti le loro esperienze e perché no per ringraziarti della bella vacanza che gli stai facendo trascorrere, alchè tu gli dici con il sorriso tra le labbra che lui non partecipa a niente, o che non ha figli piccoli da dare alle animatrici, e lui ti risponde dicendo che proprio per questo ha una valutazione oggettiva di quello che si fa o della voglia e volontà che ci si mette. E tu, ringraziando, passi al lettino successivo a raccogliere le iscrizioni al torneo di freccette …    Oggi chi va in vacanza vuole conoscere le bellezze del posto in cui con tanti sacrifici economici, soprattutto in un periodo di recessione come questo,  è riuscito a portare la sua famiglia, vuole potersi fidare degli animatori, in modo da poter lasciare i propri figli al Mini Club, o al pizza Party, e dunque concedersi una seratina in un ristorante caratteristico del luogo solo con il proprio partner. L’ospite vuole vedere ciò di cui è capace l’animatore, che non è più un operatore ma diventa un artista, a cui piacciono i complimenti se lo spettacolo è stato bello, accetta le critiche se si poteva fare meglio ma che soprattutto, invoglia alla partecipazione dell’ospite e non costringe. Certo un animatore “pazzo” è sempre gradito, quello che in tre ore già conosce i nomi di tutti gli ospiti, quello che durante l’acqua gym rinfresca le signore con qualche gavettone o quello che si scorda le battute del Moulin Rouge. Sembrerà strano, dopo qualche anno di esperienza posso sicuramente affermare, che l’organizzazione, la puntualità, l’educazione sono le armi vincenti per rendere le vacanze di una persona davvero speciali. Ed è questa la filosofia che anche quest’anno cercherò di comunicare ai ragazzi che lavoreranno con me, e se anche questo inverno come mi accade ormai da cinque anni sarò invitato nelle varie città d’Italia ospite di qualche mio ospite (scusate il gioco di parole) vorrà dire che io e la mia squadra avremo fatto un buon lavoro!!

Ci si vede a settembre!

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