Il
tanto temuto aumento dell’aliquota IVA è finalmente arrivato. Dal 17 settembre
dal 20% si è passati al 21%, per alcuni scaramantici il 17 non poteva essere giorno
migliore. Tutti hanno mancato di apprezzamento a questo mistico ingegno
fiscale.
Con
questo articolo voglio, se mi riesce, spiegare alcuni caratteri fondamentali
dell’IVA. Ovviamente ciò che spiegherò è frutto della mia opinione, non sto
dunque riportando nessun dogma inconfutabile dell’economia ma soltanto
esprimendo il mio personale parere.
Prima
di partire in questo lungo viaggio all’interno del fantastico mondo della
scienza della tassazione, devo riportare alcune definizioni, (facendo copia-
incolla da Wikipedia) in modo da poter facilitare la lettura anche al lettore
meno forbito di termini economici.
L’imposta è regressiva quando, all'aumentare della base imponibile, l'aliquota media decresce cioè l'ammontare dell'imposta aumenta in misura meno che proporzionale rispetto alla base imponibile.
Esempio: si potrebbe pensare ad un imposta che prevede l’aliquota del 15% per una base imponibile fino a 100.000 e del 10% per base imponibile di 150.000 del 5% per base imponibile di 200.000 ecc ecc … (Sareste d’accordo con un’imposta di questo genere? Quale sarebbe l’utilità per uno stato il cui art. 3 comma 2 della costituzione sancisce l’uguaglianza dei diritti?)
La Base imponibile è un
valore sul quale si applica un'aliquota per calcolare le imposte. Sostanzialmente il
reddito di ogni singolo cittadino.
Adesso arriva il
complicato (lo è stato anche per me!)
L’aliquota media o effettiva è pari al rapporto tra ammontare dell'imposta
e ammontare della base imponibile.
L’aumento di
un punto percentuale, a parere di alcuni giornalisti, non comporterà grandi
danni all’economia familiare, e in breve tempo genererà alle casse dello Stato
un maggior gettito. Sulla seconda affermazione, non ci sono dubbi, l’aumento di
una aliquota porta inevitabilmente all’aumento del gettito, soprattutto se
l’imposta a cui si riferisce tale aumento è una imposta indiretta, ossia un
imposta che il contribuente paga ogni qual volta che innesca un processo di
compravendita. (fare la spesa, acquistare un paio di scarpe, cambiare
l’automobile ecc.).
Sull’affermazione
relativa all’aumento del costo complessivo gravante sulle famiglie (per
famiglia si intende anche il single che percepisce stipendio) c’è da fare una
seria riflessione. Ormai è comunemente accettato che l’aumento dell’1% di IVA
genera almeno il 3% di inflazione sul bene a cui ci si riferisce, è meno noto
invece che l’imposta “IVA” è un meccanismo regressivo, contrariamente ai bisogni di uno stato
sociale volto a comprimere le distanze e le disuguaglianze tra ricchi e poveri,
l’IVA genera il meccanismo opposto. Rende cioè il popolo dei ricchi, meno ricco
(fin qui è lecito) ma il popolo dei poveri diventa sempre più povero in misura
più che proporzionale. (Vedi imposta regressiva)
L’esempio numerico chiarirà il concetto.
Tre soggetti,
uno ricco (R), uno povero (P) ed un altro mediano (M)
Soglia di
povertà 40€
Il reddito (Y) di
R= 100;
M= 50
P= 20
Tutti i soggetti devono acquistare il libro di matematica, in
modo da poter permettere al figlio di seguire le lezioni. Costo del libro 10€.
(IVA 20%)
I soggetti pagano 10€ al venditore di libri di cui 8,33€ sono
di costo effettivo del libro e 1,67€ sono di IVA. Se ci si fermasse qui, si
potrebbe affermare che l’imposta soddisfa il requisito imprescindibile
dell’equità, in quanto tutti e tre i soggetti indirettamente pagano 1,67€ di
IVA.
Tuttavia, per
dimostrare la regressività di tale imposta, Bisogna rapportare l’ammontare
dell’imposta con la base imponibile. (Vedi aliquota media)
A(R) = IVA/Y(R) = 1,67/100 = 1,67%
A(M)= IVA/Y(M) = 1,67/50
= 3,34% (a)
A(P) = IVA/Y(P) =
1,67/20 = 8,35% (b)
Come si nota, l’imposta colpisce in misura maggiore, chi ha
un reddito minore. Cosa succede con un IVA al 21%? Ovviamente la situazione
peggiora per il povero per la definizione data precedentemente, ma non solo, la
regressione risulta essere ancora più accentuata.
CASO I (IVA 20%)
A(M) – A(R) = 1,67 sono i punti percentuali di differenza (di
regressione)
A(P) – A(M) = 5,01
CASO II (IVA 21%) costo 8,33€ ed IVA 1,75€ => il mercato
vende lo stesso libro a 10,08€
A(M) – A(R) = 1,75
A(P) – A(M) = 5,25
Ecco come secondo questa mia riflessione risulta essere un’imposta
regressiva.
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