La produzione di beni sempre più numerosi e sempre più differenziati: importante fattore di pregresso o fenomeno negativo?

Il termine produzione indica tutto ciò che si fa o si produce in ogni ramo dell’umana attività. Il problema che ci viene proposto è: che limite ha l’umana attività? Siamo oggi abituati a cambiare telefonino ogni due/tre anni, no perché non funzioni, ma perché è passato di moda. Non facciamo in tempo a scartare il nostro nuovo computer dall’imballo che è già obsoleto. Il benessere, questo è il fattore che ci spinge a creare, a cambiare, a convertire. Chi si sarebbe mai sognato cinquanta anni fa di comporre dieci numeri e di parlare a distanze a volte anche immense con la propria ragazza o con la propria madre. Il fatto è che ogni bene nuovo, una volta messo in circolazione nel giro di poco tempo diventa indispensabile. Alla scuola elementare tra le prime cose che ci insegnano c’è la differenza tra bisogni primari e bisogni secondari, ebbene, ogni bisogno secondario è destinato a diventare un bisogno primario. Il problema che sorge è: a che prezzo? Qui, è il mercato a farla da padrone, infatti, i beni nuovi vengono consumati dapprima dai ceti più abbienti, quindi da tutta la popolazione quando il bene si diffonde e si riduce il prezzo. Può sembrare però che l’aumento della produzione sia un fattore naturale , che derivi cioè da leggi di mercato. Tuttavia, un fattore molto importante che spinge le multinazionali a “fare” è il desiderio di ogni individuo ad accrescere la propria potenza personale. Basti pensare all’inchiesta psichiatrica fatta da un’agenzia pubblicitaria del Middle West negli Stati Uniti che ha indagato sulle ragioni dell’acquisto di un’automobile, concludendo che un’ automobile potente, lucente da all’acquirente una conferma della sua virilità. I politici e le multinazionali, fanno come indice di sviluppo di un paese la quantità di prodotti “sfornati” in un determinato periodo (PIL). Le organizzazioni no global invece, rifiutano l’idea che il progresso economico possa essere legato all’aumento della produzione se questo implica sfruttamento del territorio dell’ambiente o addirittura di esseri umani. La produzione galoppante però, porta degli effetti negativi. Infatti una grossa offerta di prodotti se non supportata da un’adeguata domanda può provocare un ristagno dell’economia generando tra l’altro inflazione. Inoltre, i prezzi molte volte poco accessibili genera mercato nero. Soprattutto in Italia il commercio del falso è molto diffuso, addirittura diventando un commercio parallelo. In molti negozi, c’è lo show room dove è possibile trovare una miriade di prodotti griffati venduti da graziose fanciulle e il retrobottega dove nella più completa tranquillità si commercia il falso. Positivo o negativo che sia, la produzione frenetica ci sta facendo diventare degli “avvoltoi consumisti”, in preda al panico pur di accaparrarci l’ultima trovata tecnologica. 1989 – il primo computer aveva la grandezza di una stanza; 2007- la memoria di un computer grazie ai dischi removibili è possibile portarla in tasca. 1950 (circa)- in un film di Totò si recitava: “Quest’ auto, in alcuni tratti raggiunge persino i 20Km/h”; 2007 – il limite di velocità minimo per circolare in città è di 60Km/h. la nostra società si sta sempre più rimpicciolendo e velocizzando...

Commenti